Plein Air: come difendersi dal proprio cavalletto. 7 pratici consigli.

“Perché dovrei difendermi dal mio cavalletto?" Se pronunci queste parole dopo aver letto il titolo vuol dire che non hai mai dipinto En Plein Air. Se invece ti sei portato inconsciamente la mano su quella cicatrice alla tempia allora sai di cosa io stia parlando. Il motivo del titolo e il perché io abbia deciso di dispensare questi consigli è raccontato nell’articolo Plein air: una cosa meravigliosa, ma ci vuole un fisico bestiale . Com’è strutturato questo articolo? Ogni capitolo è diviso in 4 parti: il titolo, la situazione, il consiglio, la soluzione. Tutto ciò che descrivo è frutto di una buona esperienza di pittura all’aperto e penso che potrebbe esserti di aiuto se non hai troppa dimestichezza con il plein air. Non sono tutti incentrati sul cavalletto ovviamente, era solo una provocazione, ma diciamo che la sua presenza è più o meno costate in tutte le situazioni. Detto questo, buona lettura! Cavalletto? Sistemato. Colori? Sistemati. Pennelli? Tutti belli in fila. Foglio? Tirato come una pelle di tamburo sul supporto. Ok, sei pronto a partire, te lo senti, oggi farai faville e senti già una presenza dietro di te. Sicuramente sarà il primo dei tanti curiosi che si accalcheranno a commentare “Uhhh che bel!!". Ti giri e ti ritrovi a limonare con un palo della luce. Prima di iniziare guarda sempre cos’hai alle spalle rispetto a dove dipingi. Uno scalino, un palo, una buca, un cespuglio di rovi o una belva feroce che vuole divorarti. Assicurati di non avere impedimenti dietro di te o rischierai di farti male mentre indietreggi osservando di sbieco (posa da artista PRO) la tua fantastica creazione. Sei in cerca di un bello scorcio che ancora non hai trovato, cammini speranzoso verso quella chiesetta il cui campanile hai scorto da lontano, ti sei già immaginato la scena, nella tua testa sai che arriverai nella piazza antistante e sarà uno spettacolo. Invece arrivi e fa schifo. Hai camminato 30 minuti carico come un mulo e davanti a te solo macchine parcheggiate male, un bar vuoto in una piazza grande come il bagno di casa tua e la facciata della chiesa a 2 metri dal tuo naso. Prosegui perché ti è venuto in mente che poco più in là c’è un’altra chiesa carina. Cammini e cammini ma la chiesa carina non si trova. Forse era in un altro paese. E’ passata un’ora ma prosegui in direzione della torre là in alto. E’ un po’ fuori dal paese ma già da qui si capisce che si dipingerà da sola talmente è bella. Cammini sudato pregustando l’attimo in cui ti si parrà davanti il più bel scorcio della vita ma a 100 metri dall’obbiettivo la strada gira e si allontana. “Cazzo, dovevo prendere l’altro vicolo, quello giù in fondo al paese". Guardi l’orologio, sono passate quasi due ore, non hai più tempo e ti è completamente passata la voglia di dipingere. Sconfitto ti volti e ti incammini rassegnato verso la macchina ignaro che sul percorso troverai una sequela di scorci meravigliosi che non aspettavano altro che essere dipinti. Spesso lo scorcio migliore te lo sei lasciato alle spalle inseguendo una tua aspettativa. Quando cammini in cerca di un soggetto da dipingere anche se ti sei prefissato una meta perché sei convinto che lì lo troverai, girati comunque spesso, proprio come fanno le vittime nei film horror. Girati e guada dietro di te, spesso troverai scorci inaspettati che sarebbero rimasti nascosti o peggio, saltati fuori solo dopo una giornata di ricerca infruttuosa. C’è un bel posticino all’ombra, sembra perfetto. Ti sistemi con cura, apri e monti con abili gesti il tuo cavalletto, prepari il foglio, metti la tavolozza sul ripiano, disponi tutti i tuoi bei pennellini in ordine di grandezza, ti volti a prendere l’ultima cosa dal tuo zaino e quando alzi lo sguardo per incominciare finalmente a dipingere: ZOTT!!! Il tuo foglio sta letteralmente friggendo come una braciola sulla brace perché nel frattempo il sole è uscito dal suo riparo come uno spietato killer e ha sparato un raggio mortale sul tuo bel supporto cartaceo. Impara ad intuire la traiettoria del sole in base al periodo dell’anno. Il sole sorge ad est e tramonta ad ovest ma può essere basso o alto. Quando ti sistemi calcola quanto il tuo posto potrebbe rimanere in ombra perché fidati, il sole viaggia molto in fretta. Zaino in spalla, cavalletto, cartellina dei fogli e un giubbottino perché l’aria è frizzante. Cammini senza una meta perché quel paesino non lo conosci ma da lontano sembrava tanto carino e sicuramente uno scorcetto salterà fuori. Hai parcheggiato un po’ distante perché non sapevi che proprio oggi il centro sarebbe stato chiuso al traffico. “Fa niente, oggi sono tonico" pensi mentre ti aggiusti la tracolla della cartellina che comincia a pesare. Ti addentri nel paese osservando con l’occhio da pittore gli edifici che da vicino fanno un altro effetto, fai una breve sosta cercando ci capire se sei ancora in periferia o nel centro storico, nel frattempo ti apri la cerniera del giubbotto perché incominci ad avere caldo. Dai, ne varrà la pena vedrai, troverai qualche scorcio. La strada comincia a salire, “Ottimo! Se la strada sale porterà ad un castello!" pensi aggiustandoti lo zaino che ti sta scavando le spalle e ti accorgi di avere la schiena fradicia. La strada continua a salire, pensi agli alpini, agli alpini e alle loro bestemmie colorite. Sei madido di sudore ma in cima vedrai che stramaledetto scorcio troverai. Ci arrivi in cima, ansimando come un pazzo e trascinando a peso morto cartellina e cavalletto ma non c’è niente, neanche l’ombra di un fottutissimo scorcio. Lo dicevo che era un paesino di merda, meglio tornare a casa. Spendi un quarto del tuo tempo plein air solo per la ricerca di possibili scorci. Ci sono giorni in cui devi lasciare a casa l’attrezzatura e andare in giro armato solo della tua macchina foto e del tuo spirito di osservazione. Spostati leggero con l’unico obbiettivo di trovare scorci da dipingere e se ne trovi fotografali annotandoti anche eventuali appunti utili quando tornerai con il tuo nel materiale da pittura. “Ok, sono pronto per andare plein air, vediamo se mi sono dimenticato qualcosa: tutta la scala di pennelli dal n°. 0 al n°. 50, metti mai che mi serva proprio il numero 28 perché rispetto al 27 quei 3 peli in più possono fare la differenza. Tutti i colori dal bianco al nero andata e ritorno, metti mai che proprio oggi finisca tutto un tubetto di verde smeraldo nonostante io odi i verdi, meglio portarne un paio per ognuno. Carta liscia, carta ruvida, carta satinata, carta di cellulosa e carta da culo, metti mai che mi venga voglia di dipingere durante un attacco di colite, sì meglio portarsela per un duplice utilizzo. 2 boccette di spray, micromine, portamine, lanciamine, matite di legno, matitoni, matitine, 3 tavolozze, un seggiolino, un plaid e una canoa, metti mai che ci sia da attraversare un lago. Spero proprio di aver preso tutto." Riduci il carico, viaggia leggero. Lascia a casa la zavorra. Qua è facile perché esiste una formula: se un pennello, un colore in tubetto, un supporto per fotocamera o qualsiasi altra cosa tu ti sia portato non l’hai usata almeno una volta nelle ultime 3 uscite plein air, vuol dire che non ti serve ed è inutile portarsela dietro. Il giorno in cui ti servirà ti aggiusterai con altro come faceva MacGyver. Se sei un PRO della pittura plein air ti ci vogliono 3 minuti per montare il cavalletto più un paio per piazzare il ripiano su di esso. 5 per recuperare i pennelli e la tavolozza e sistemarli sul ripiano del cavalletto, per riempire il contenitore dell’acqua e piazzarlo da qualche parte in modo che non cada e per dare un’annaffiata ai colori con lo spray. Infine altri 5 per preparare il foglio con lo scotch. In totale fanno 15, se sei un PRO. Se sei alle prime armi raddoppia il tempo. Bene, ad Eolo gli bastano 2 secondi e 37 decimi per tirarti giù tutto con una sua alitata. Assicurati che il cavalletto sia stabile, eventualmente zavorralo o tienilo basso. Usa lo zaino appeso ad un gancio alla gamba posteriore del cavalletto come se fosse una zavorra per evitare che il vento lo ribalti. Un altro sistema in caso di tanto vento potrebbe essere quello di tenere basso il cavalletto estendendo solo una parte delle gambe, questo però implica che tu debba lavorare per forza seduto. “Oggi ho proprio voglia di plein air! Prendo la borsa e si parte! Ma che… come mai è così leggera? Ah, è vuota. Giusto, ho tolto tutto qualche giorno fa per dipingere in studio. Questo vuol dire che devo prepararmi la borsa da zero? Mi è già passata la voglia. Beh, allora visto che ho tutto pronto in studio dipingo lì. Mmmm… ah già che i colori li ho lasciati da nonna ieri quando sono andato a pranzo da lei convinto che dopo la sua parmigiana avrei avuto la forza per un paio di sketch. Ok, allora niente, mi guardo la F1 in TV." Non togliere mai nulla dalla borsa/zaino, piuttosto usane più di una/o in base alla situazione. Usa materiale dedicato. Utilizza una borsa (o zaino) per ogni situazione: una per per il plein air, una per lo sketch, una per andare a lezione, etc. Per dipingere in studio usa del materiale apposito, non recuperarlo dalle borse. Non sprecare energie nel ricontrollare ogni volta di avere tutto, dipingere dal vivo è già faticoso di suo, non complicarlo ulteriormente. Questo set up ti consente inoltre di essere rapido nel caso ti scatti l’ispirazione per andare a dipingere, perché l’ispirazione è tanto rapida ad arrivare quanto ad andarsene.
Guardati le spalle
Come in un film horror
Loda il sole (cit.)
Avanscoperta
La regola delle 3 volte
Con i piedi per terra
Squadra che vince non si tocca

Workshop Finale7 Settembre 2020
Plein air: una cosa meravigliosa, ma ci vuole un fisico bestiale 7 Settembre 2020

19 commenti
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Fantastico!!!
Grazie mille Ingrid!
Tutto vero….,anche se ho una frazione delle tue uscite. Bravissimo, autore perfetto
Grazie! Sapevo che mi avresti capito 🙂
Artista a 360 gradi! Scommetto che sai anche suonare. Mi piacciono molto i tuoi acquerelli: dal vero ho visto solo i lavori al ws di Finale (tu e Vanessa mi avete fatto capire che è meglio se cambio hobby) ma vedo sempre lavori ottimi sui social.
E sì, hai anche un modo molto simpatico di scrivere: la classe non è acqua!! Complimenti!!
Grazie mille Maria. Yes, suono diversi strumenti 🙂 ma ultimamente ho un po’ messo da parte la musica per dare più spazio alla pittura. Va tanto a periodi. Grazie ancora per il supporto!
Artista a 360 gradi. Bravissimo.
I tuoi acquerelli mi piacciono moltissimo. Dal vero ho visto solo quelli fatti al ws di Finale: bellissimi (ho visto i tuoi e quelli di Vanessa e ho pensato che devo cambiare hobby).
Ebbene si : trovo accattivanti anche i tuoi scritti (leggeri, allegri, con giusta ironia).
Beh, la classe non è acqua.!
Complimenti!!
(Ps.: non sono bravissima nemmeno con la tecnologia, per cui se trovi due messaggi è perché il primo che ho mandato l’ho perso….)
Davvero simpatico e piacevole da leggere, complimenti! L’ultima volta che sono uscita per un plein air c’era tanto di quel vento che ne sono uscita completamente stordita, senza ricavarci nulla di buono e naturalmente, incavolata nera! 😊
Grazie Francesca. Ti capisco, bisognerebbe avere il cavalletto di ghisa in quelle situazioni 😀 e una dozzina di schiavi che te lo trasportino, ovviamente 🙂
Davvero piacevole da leggere e ottimi consigli, grazie e complimenti!!!
Grazie mille Cristina 🙂
Consigli molto utili !!! E un modo di scrivere piacevolissimo.
Grazie mille Gigliola, sono contento che tu li abbia trovati utili. 🙂
Mi ci ritrovo in pieno 👍ricordo il mio insegnante che ci mandava in avant scoperta x calcolare tutto… prima di iniziare, ma ora mi accorgo che non dipinge più nessuno “dal vero”….. La gente infatti ci guarda tra l’incredulo o il rispettoso…..sostanzialmente ignorante (che ignora)
Si vero, a volte mi sembra di essere un alieno 😀
Ciò che si legge tutto d’un fiato nn ha bisogno di spiegazioni…complimenti per l’arte del dipingere e dello scrivere molto naturali e trasparente.Capisco appieno le problematiche del dipingere fuori dalle mura del proprio ‘nido’, purtroppo nn ho avuto molte esperienze in questo senso Perchè ahimè sto attraversando il periodo ‘blocco dalla carta bianca’…e ti chiedo ti è mai capitato di voler dipingere o disegnare e con la stessa rapidità poggiare matita e pennelli e mollare tutto li? Ciao e scusa la riflessione personale.Kry
Ciao Kry, grazie mille per le tue parole. Certo che mi è capitato e più di una volta. Dipingere è una cosa che adoro ma rimane pur sempre un’attività molto impegnativa, soprattutto se si vuole raggiungere dei risultati. La scoglio iniziale è spesso difficile da superare ma vedrai che una volta superato ti sembrerà tutto più semplice e naturale. 🙂 Comunque è un ottimo spunto di riflessione per scriverci su un articolo 🙂 Grazie ancora.
Condivido,dipingere all’aperto è piacevolmente faticoso
Farò tesoro di questi suggerimenti scherzosi ma non troppo lontani dalla realtà, temo. Ma :” Ogni respiro, ogni passo può essere riempito di pace, gioia e serenità. Basta semplicemente essere svegli, essere vivi nel momento presente” e possibilmente avere dietro le spalle il proprio maestro …