Plein air: una cosa meravigliosa, ma ci vuole un fisico bestiale
Rimanete a casa!
No, non è lo slogan del ministero della sanità per il coronavirus ma un consiglio nel caso vi venga la malsana idea di andare a dipingere en plein air.
La dura realtà del Plein Air
Vi sarà sicuramente capitato di vedere qualche post su Instagram in cui è immortalato un bel cavalletto di acero chiaro in mezzo ad un prato di margherite sapientemente falciato, con sopra una graziosa tela pittata di mille colori e in un angolo, adagiata distrattamente per terra, una tavolozza con i pigmenti elegantemente disposti in uno squisito ordine cromatico. Sì, vi sarà sicuramente capitato. Ecco, dietro a quell’immagine, in un punto che voi non potete vedere, c’è sempre, e dico sempre, un essere umano sfinito, accaldato, pieno di ponfi da punture di zanzara e che non vede l’ora di tornare per casa per buttare il cavalletto, tela e tavolozza dentro un biotrituratore.
Saturno contro
La pittura dal vero è, per i miei personalissimi gusti, un’esperienza fantastica che preferisco di gran lunga al lavoro in studio ma bisogna essere un incrocio tra Rambo e il figlio di Gandhi per riuscire ad apprezzarla. Dal vivo ogni cosa ce l’ha con te. Dal vivo sembra che ogni elemento, ogni essere vivente o vegetale e ogni oggetto inanimato si sia coalizzato per farti incazzare. Saturno, indipendentemente dal periodo dell’anno, quando esci per dipingere si precipita ad allinearsi con gli altri pianeti per creare una malefica congiunzione astrale. Quando esci di casa con il cavalletto in mano la legge di Murphy diventa il quarto principio della termodinamica.
Ricordo che una volta sono stato aggredito dal mio cavalletto. Mi sono voltato un attimo per cercare del materiale e lui in combutta con il vento mi si è scagliato addosso colpendomi ripetutamente. Da quel giorno il nostro rapporto si è incrinato, come le mie costole.
Non ascoltate chi dice che il plein air non serve, che si dipinge solo in studio. È solo geloso per essersi arreso prima di voi. La pittura dal vero ti apre la mente. Con essa si è costretti a ragionare per cercare un soggetto, vi forza a diventare veloci e a far maturare il processo mentale di sintesi per mettere sulla tela solo ciò che serve, vi obbliga a memorizzare elementi che mutano velocemente come le ombre o le persone e vi fa acquisire autocontrollo quando tutto sta andando storto. Ma la cosa più importante, al di sopra di tutto, è che vi insegna a diventare sicuri di voi stessi.
Il Plein Air è una cosa meravigliosa
L’en plein air è cosa meravigliosa ma porta al limite la vostra pazienza. Il dover continuamente spostarsi per rimanere all’ombra anche se cambierete la prospettiva, l’inutile riparo dal sole che si sposta continuamente e che ti carbonizza come con i vampiri, le nubi che si piazzano davanti al sole nel momento esatto in cui stai per dipingere le ombre appiattendo tutto. Insetti che ti mordono i calcagni, il vento che ti asciuga troppo rapidamente la carta o che ti porta via direttamente il cavalletto. Passanti molesti che ti rivelano che anche la loro cugina dipinge e ti chiedono se la conosci, ovviamente, come puoi non conoscerla. Simpatici vecchietti che oltre ad essere completamente disinteressati a quello che stai dipingendo, ti raccontano le morti atroci di tutti gli artisti del paese. Tu ascolti annuendo mentre con una mano in tasca ti tocchi i gioielli per scaramanzia. Ecco, questa è solo la punta dell’iceberg delle situazioni che dovrai affrontare quando dipingi dal vero. Ricordatelo.
Sì, il plein air è una cosa meravigliosa ma richiede un fisico bestiale.
Passiamo ai fatti
Conclusa questa doverosa premessa, nel caso tu voglia qualche suggerimento pratico su come affrontare al meglio l’affascinante e avventuroso mondo del plein air, puoi proseguire con la lettura del prossimo articolo, intitolato: “En Plein Air, come difendersi dal proprio cavalletto”.
Se invece non ve ne può fregare di meno di leggerlo, pazienza, me ne farò una ragione.
Ho letto con entusiasmo il tuo commento, anch’io ho la passione x la pittura, olio e pastello poco acquerello, ho studiato x anni con insegnante accademico (solo esclusivamente dal vero) infatti non riesco a dipingere da foto (bidimensione) non sarà anche questo un limite? I tuoi dipinti sono meravigliosi!
Ciao Marta, grazie mille (scusa se rispondo ora, credo di essermi perso la notifica del tuo messaggio). Può essere un limite ma se hai sempre dipinto dal vero, che è sicuramente più difficile, con un minimo di esercizio vedrai che dopo poco non avrai problemi anche con le foto.
Oltre all’arte del dipingere hai anche dello scrivere… bravo!!!
Grazie mille pa’ 🙂
Si in effetti è faticoso, io per il mal di schiena, ma in mezzo alle natura è meraviglioso ( a parte gli insetti….) 🙂
Buona pittura !
Ci vogliono litri e litri di Autan! 😀
Grazie e buona pittura anche a te!
Ho letto con entusiasmo il tuo commento, anch’io ho la passione x la pittura, olio e pastello poco acquerello, ho studiato x anni con insegnante accademico (solo esclusivamente dal vero) infatti non riesco a dipingere da foto (bidimensione) non sarà anche questo un limite? I tuoi dipinti sono meravigliosi!
Ciao Marta, grazie mille (scusa se rispondo ora, credo di essermi perso la notifica del tuo messaggio). Può essere un limite ma se hai sempre dipinto dal vero, che è sicuramente più difficile, con un minimo di esercizio vedrai che dopo poco non avrai problemi anche con le foto.